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Patagonia In Camper 2008

Da Buenos Aires fino alla Terra del Fuoco in camper e ritorno... indimenticabile!

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Periodo viaggio 30/10/08 il 05/12/09

 

 
DIARIO DI VIAGGIO IN PATAGONIA - TERRA DEL FUOCO
“Quattro pensionati in camper”
 
Partenza da Buenos Aires
30 ottobre – 5 dicembre 2009
 
 
"Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo"
"Per andare dove amico?"
"Non lo so ma dobbiamo andare"

J. Kerouac
 
 
Di questo viaggio in Patagonia ne abbiamo parlato quasi per scherzo un giorno mentre eravamo in montagna, durante una delle nostre ormai tradizionali escursioni settimanali.
Tarcisio è stato il promotore e pian piano non è stato difficile farci coinvolgere: saremo in quattro a partire, i magnifici quattro…pensionati: Tarcisio, Giangi, Beppe ed io.
Inizialmente si parlava di noleggiare una macchina per spostarsi e quindi di pernottare nelle località dove ci saremmo fermati. Poi ecco che è stata avanzata la proposta del camper, la soluzione che decidemmo, infine, di adottare per la comodità ed in base all’esperienza e alle conoscenze di cui Giangi ed io già disponevamo.
Ecco che Tarcisio si prende carico del grosso lavoro organizzativo ed in seguito ad una serie di telefonate abbiamo deciso di prenotare la nostra futura “casa rotante” dal 30 ottobre al 5 dicembre 2008: ben 35 giorni di viaggio.
Nel frattempo, nel mese di giugno, abbiamo prenotato il volo aereo Linate/ Buenos Aires andata e ritorno con scalo a Francoforte, ed aspettando il giorno della partenza ci siamo documentati leggendo libri, guide, navigando in internet ed ascoltando altra gente che già ci era stata, raccogliendo un po’ di materiale utile.
Finalmente, ecco il giorno della partenza: ci siamo imbarcati la mattina per giungere solo in serata a Buenos Aires, dove abbiamo pernottato in un albergo precedentemente prenotatoci dal noleggiatore del camper.
 
31 ottobre – Buenos Aires –Saladillo
Al mattino avevamo l’appuntamento fuori dall’albergo con il noleggiatore del camper che ci aveva raggiunto con il mezzo già pronto per partire. Sbrigate le formalità di consegna verso mezzogiorno eravamo pronti. Raggiungiamo un supermercato per le spese e dopo aver mangiato un boccone finalmente verso le 15.00 partiamo. La partenza non è delle più felici!! Già da subito ci accorgiamo che la segnaletica in Argentina lascia a desiderare, passiamo per quattro volte sempre dallo stesso incrocio prima di riuscire ad imboccare la strada giusta. Siamo comunque tutti di buon umore e di questa cosa  ne abbiamo riso abbastanza. Fuori da Buenos Aires in periferia la prima impressione non è delle migliori, sono  l’immondizia e le baracche ad annunciare la vicinanza della città in contrasto con i campi di golf ed i quartieri che sembrano dei fortini. Le baraccopoli (villa miseria) e l’immondizia (basura) saranno delle costanti che ci accoglieranno all’ingresso delle grandi città.
Superata Lobas, il traffico inizia a calare e si cominciano a vedere distese di prati con mucche e cavalli al pascolo. In serata raggiungiamo Saladillo, ceniamo in un locale, incontriamo i primi visitatori del nostro camper e poi pernottiamo nel piazzale vicino ad un distributore di benzina. I distributori in Argentina sono caratterizzati da grandi piazzali dove sostano la notte i camion e spesso sono forniti anche di locali dove si può mangiare qualcosa, farsi una doccia e quasi tutti sono aperti 24 ore su 24. (in Argentina, in tutta la Patagonia in particolare, non esiste una linea ferroviaria ed il trasporto merci avviene tutto su ruote ed è per questo che quasi tutti i distributori sono attrezzati per la sosta).
 
 
1 novembre – Saladillo – Rio Colorado
Dopo aver trascorso una notte tranquilla, abbiamo fatto colazione e ripreso il viaggio. Sappiamo tutti che i primi giorni i chilometri da percorrere saranno molti per poter raggiungere le mete che ci siamo prefissati. Il traffico è sempre più rado e cominciamo a percorrere lunghi tratti senza incontrare nessun altro mezzo: dinanzi a noi soltanto pascoli, pascoli ed ancora pascoli. Una curiosità: spesso e lungo tutte le strade dell’Argentina si trovano altarini, cappelle, quasi sempre con bandiere rosse, dedicate al Gauchito Gil, venerato dagli argentini e tollerato dalla chiesa (non mi dilungo, cercate in internet). Raggiungiamo Bahia Blanca nel primo pomeriggio, e dopo la prima sosta, proseguiamo per Rio Colorado dove ci fermiamo a pernottare nel piazzale di un distributore. Durante il tragitto ci fermiamo comunque spesso a scattare le prime foto al paesaggio, alle mandrie e proprio presso una di queste incontriamo due pastori con i quali iniziamo a parlare: le origini italiane di qualche loro parente permettono di entrare subito in confidenza e di trovare argomenti comuni.
 
2 novembre – Rio Colorado – Porto Pyramides
Ci spostiamo a fare colazione sulle rive del Rio Colorado a pochi chilometri da dove abbiamo pernottato. Riprendiamo a viaggiare per sostare verso mezzogiorno nel paesino di General Conesa; facciamo un po’ di spesa ed approfittiamo per telefonare a casa. Raggiungiamo Sierra Grande per il pranzo e solo in serata arriviamo sulla Penisola Valdes, primo vero itinerario del nostro viaggio. Raccogliamo informazioni all’ufficio turistico ubicato all’ingresso del Parco e raggiungiamo in serata Porto Pyramides, una bella baia dove troviamo un paese colorato ed accogliente: sostiamo nel campeggio comunale. I campeggi in quasi tutta la Patagonia, salvo alcune eccezioni, sono veramente spartani: i servizi lasciano molto a desiderare forse anche dovuto al fatto che siamo ad inizio stagione; va bene comunque così!!
Qui le giornate sono ancora lunghe, siamo in primavera e quindi ne approfittiamo per una passeggiata lungo la scogliera dove alla luce del tramonto avvistiamo le prime balene al largo, davvero emozionante. Bel tramonto e ottima cena al ristorante “Rifugio”.
 
3 novembre – Porto Pyramides – Punta Cantor – Porto Pyramides
Mentre gli altri dormono alle 5,30 mi alzo. Prendo con me binocolo e macchina fotografica e mi godo una lunga passeggiata sulla spiaggia a sinistra della baia. L’aria è piuttosto fresca, mi sono coperto bene. Mi siedo spesso ad osservare ed ascoltare le balene che al largo nuotano tranquille; ogni tanto soffiano e battono la coda sull’acqua. Raramente ho provato un’emozione simile: nella tranquillità dell’alba tutti i rumori sono amplificati. Troppo bello!!
Torno al camper verso le 8 dove i miei compagni di viaggio si sono appena alzati, facciamo un’abbondante colazione e poi, seguendo anche i suggerimenti del gestore del campeggio, si parte per Punta Norte. Lungo il percorso ci fermiamo spesso a fotografare gli splendidi panorami, uccelli di diverse specie e guanachi “eleganti nei movimenti ma trasandati nel pelo” (definizione di Beppe e Giangi). Se penso alle corse che facevamo i primi giorni per fotografare anche solo un guanaco a qualche centinaio di metri da noi ancora sorrido; ora eccoli qui, a pochissimi metri di distanza. Siamo praticamente soli, sicuramente la stagione turistica è solo all’inizio. Ci fermiamo un’ora a Punta Norte a godere del magnifico panorama, avvistando con stupore i primi pinguini, foche e leoni marini. Proseguiamo poi per Punta Cantor lungo una stupenda costa, con una sosta alla pinguinera, giusto a qualche chilometro dalla meta. Tutti quanti pensavamo di incontrare questi animali ad altre latitudini, con freddo e gelo, ed invece ci sono anche quassù a temperature primaverili. Raggiunta Punta Cantor incontriamo diversa gente, un po’ per l’ora e certamente per la grande quantità di pulmini organizzati delle agenzie turistiche che fanno tappa qui. In questa località molti i leoni marini che, distesi immobili sul lungo arenile, prendono il sole; più tardi, non lontane dalla costa, ad un centinaio di metri, si lasciano ammirare anche tre balene probabilmente in cerca di cibo. La mattina precedente, in questa località, ci hanno riferito di avere avvistato pure delle orche marine.
Nel pomeriggio ritorniamo a Porto Piramydes chiudendo l’anello.
Dimenticavo di precisare che questo itinerario è tutto su sterrato per circa 190 km. Il panorama alterna momenti suggestivi ad altri meno belli. Considerando lo stato della strada consiglio di andare piano, mantenendo una velocità massima di 60 -70 km/ora. Impossibile descrivere il polverone che ti avvolge ogni qualvolta si incrociano o si viene superati da altri mezzi. La sorpresa finale c’è stata riservata all’arrivo in campeggio al momento di aprire il gavone per togliere le valigie!! Polvere dappertutto spessa qualche millimetro e serrature che fanno fatica ad aprirsi. Ma noi siamo più furbi ed acquistiamo, per affrontare sereni i prossimi sterrati, dei grossi sacchi di plastica con cui avvolgere le valige mentre sulle serrature mettiamo dello scotch: va benissimo quello di carta degli imbianchini: “Nessuno ce la fa, o quasi!”.
Ripensando al pre-partenza, se qualcuno mi avesse detto che avrei dovuto percorrere 190 km di sterrato ci avrei pensato due volte!! Ma qui è diverso rispetto all’Italia e ci si abitua subito a queste distanze che non si misurano ed a questa tipologia di strade che rappresenta praticamente la norma per la viabilità appena si devia dalla strada principale (la Ruta 3). Il bello del viaggio in questi posti è che ti prefiggi una media di chilometri e sai che la puoi mantenere tranquillamente.
 
4 novembre – Porto Pyramides – Trelew
Voglio ripetere l’esperienza del giorno precedente ed una volta sveglio alle 5.30 percorro a piedi l’altro lato della baia, verso Punta Piramides, più frastagliata ed ad attendermi l’imprevisto di una scaletta di corda per scendere dalla scogliera. Il mare è calmissimo e già in lontananza intravedo delle balene vicino alla costa: mi metto a correre per non perdermi l’occasione. Mi siedo su una roccia e per mezz’ora sto ad ammirare a non più di 50-60 metri una balena con il piccolo (non troppo) che nuotano lentamente. Ogni tanto sbuffano, escono con la testa o la coda dall’acqua. E’ incredibile. Mi verrebbe voglia di tornare a chiamare gli amici per condividere questo momento anche con loro ma non posso perdermi l’attimo, sono emozionato. Questi sono momenti che non dimenticherò mai.
Le balene si allontanano poi lungo la costa, le seguo per un po’, ne scorgo altre in lontananza e scatto qualche foto prima di ritornare in camper. Più tardi in programma abbiamo l’appuntamento per l’uscita in barcone, organizzata dall’agenzia,  per vedere le balene più da vicino (anche solo 5 o 6 metri). Partiamo alle 11.30 ed il capitano della barca ci spiega man mano le reazioni che questi mammiferi avrebbero avuto!! Sinceramente sono uno che evita normalmente le gite organizzate, ma questa volta meritava e credo non si potesse fare altrimenti.
So di lasciare qualcosa a Porto Pyramides e parto con dispiacere: le emozioni sono troppo forti e difficili da esprimere.
 
La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili.
William Burroughs
 
Nel pomeriggio partiamo. A Puerto Madryn, facciamo la  spesa e poi, giunti a Trelew con il buio, pernottiamo appena fuori città al solito distributore. Più viaggiamo e più apprezziamo la comodità del camper. Il fatto di arrivare e di non dover cominciare a cercare un posto per dormire e a volte per mangiare è davvero il massimo; La sera spesso si è stanchi e così parcheggiamo il camper, buttiamo della pasta, una partita a carte per decidere chi laverà i piatti e… tutti a letto, si dorme.
                                                                                                
6 novembre – Trelew - Cabo dos Bahias
prossima meta riserva naturale “Cabo dos Bahias” che raggiungiamo percorrendo la ruta 30, bellissima strada panoramica. Sono io alla guida e anche per passare il tempo conto le macchine che incrocio; la prima che arriva è dopo 30 km, troppo bello. Incrociamo un gruppo di gauchos, tutti giovani, con un gregge di 1000 capi, Giangi offre loro da fumare (reclama la cassa comune, bocciato), quattro chiacchiere  e via. Il panorama è molto bello e, prima di giungere sull’Oceano a Camarones, incontriamo un villaggio che sembra uscito da un sogno. Raggiungiamo infine la pinguinera, dopo uno sterrato di 30 km. Panorami sempre incantevoli ed il tempo è bello; come sempre attorno a noi animali d’ogni specie: guanachi, cigni dal collo nero, rapaci, cavalli ed anche un mara. Il vento comincia a farla da padrone, fortissimo e freddo. Ci siamo accorti lungo il viaggio che la temperatura diventa sempre più frizzante. Tantissimi i pinguini; alcuni camminano beati con la loro buffa andatura, altri escono dall’acqua e molti altri, nei pressi delle loro tane, buchi nel terreno, covano e vigilano le uova assediate dagli uccelli che non aspettano che un momento di distrazione per approfittarne. In lontananza, su un isolotto un gruppo di elefanti marini. Proseguiamo poi sempre su sterrato per Capo Bahias, due passi e pranzo con vista sull’oceano, dove vai a stare meglio!!
Nel tardo pomeriggio visitiamo Comodoro Rivadavia, la città petrolifera dove fu scoperto il primo giacimento argentino e che in apparenza appare ai nostri occhi più curata di altre città.
Forse stiamo correndo troppo, ma temiamo di non poter vedere tutto quel che ci sarebbe  da vedere. Decidiamo comunque di ridurre la velocità mantenuta fino ad ora, visto che il vento comincia ad essere sempre presente e sempre piu forte. Massimo cento all’ora, queste sono strade che ti invogliano ad andare visto che non si incontra quasi nessuno, ma il fondo non è sempre dei migliori.
 
7 novembre – Capo Bahias- Puerto Santa Cruz
Raggiungiamo Puerto Santa Cruz, un paese carino affacciato sull’oceano e da cui gli argentini partivano per la guerra delle Malvine. Qui troviamo un campeggio dove approfittiamo per fare un po’ di bucato. Ancora vivo il patriottismo negli argentini: le bandiere nazionali sventolano ovunque e molti i monumenti che testimoniano la presenza dei vecchi regimi militari. Incontriamo una coppia di svizzeri che stanno facendo il nostro percorso in senso inverso. Ci consigliano di evitare di percorrere alcune strade per la precarietà del fondo stradale (una per tutte la mitica Ruta 40), ma giorni dopo, una volta giuntici dinanzi, la tentazione è stata troppo forte per seguire le indicazioni e fortunatamente  le strade si sono rivelate più belle di altri tratti di strada.
 
8 novembre – Puerto Santa Cruz - Cerro Sombrero (Cile)
Partenza per raggiungere Rio Gallegos ed in serata, una volta giunti sul posto di frontiera cileno, dobbiamo sbarazzarci di alcuni alimenti che non è possibile importare (non si butta niente, si mangia tutto e subito). Percorriamo un tratto in territorio cileno molto bello, ricco di acqua e con la presenza di numerose greggi. Arriviamo quindi al traghetto a Punta Delgada, sullo stretto di Magellano, lo passiamo, al buio, raggiungendo Cerro Sombreno, un paese sorto per il petrolio ed in cui pernotteremo.
 
9 novembre – Cerro Sombrero – Ushuaia
 120 km di sterrata piuttosto brutta. Lungo il tragitto incontriamo pozzi petroliferi ed immensi pascoli. Raggiungiamo San Sebastian, quattro case con una graziosa hosteria dove ci beviamo un caffè per dirigerci nuovamente alla dogana per rientrare in territorio argentino: solita trafila e via si parte. A 9 km da Rio Grande veniamo attratti da un assembramento di cavalli e gauchos e ci fermiamo. Presso l’Istituto dei salesiani si sta svolgendo una festa particolare ed incuriositi ci fermiamo a guardare: molta gente d’ogni età, in groppa al proprio cavallo ed indossando i colorati vestiti tradizionali, si è riunita: è una festa dei gauchos. Terminata la cerimonia tutti insieme avrebbero banchettato. Noi, invece, ci siamo fermati a mangiare in un locale appena fuori, “la Cimarrona”, scelta azzeccata, dato che si è mangiato benissimo. Nel pomeriggio visitiamo il museo ubicato  all’interno dell’Istituto. Belle e suggestive le foto risalenti al secolo scorso, a quando Padre Agostini, un esploratore più che un prete del quale ne sentiamo parlare dappertutto, all’inizio del secolo scorso fondò questo Istituto. Un simpatico padre novantenne ci fa da guida e ci mostra un filmato storico dei primi del 1900, dove gli indios nativi vestono ancora con pelli di animali.
Ripartiamo, superiamo Rio Grande verso Ushuaia. Il panorama cambia e dalle grandi distese di praterie si passa ai laghi ed ai boschi. Ecco, finalmente Ushuaia: la raggiungiamo alla sera sul far del tramonto. Ad accoglierci colori bellissimi, il canale di Beagles con le sue navi ancorate ed i suoi tetti dai mille colori.
Spesa e pernottamento al camping Pipo sotto una leggera pioggia.
 
10 novembre – Ushuaia - Lapataia
Shopping e visita a Ushuaia, vecchia città di frontiera e oggi a misura di turista dove visitiamo il museo del vecchio carcere (i carcerati e i carcerieri furono i primi ad abitarla). Oggi ce la prendiamo comoda visto il tempo avverso, piove. Nel pomeriggio decidiamo di raggiungere Lapataia, l’estremo sud della Terra del Fuoco, dove termina la Ruta 3 ed ogni segno di vita umana.
Posto molto bello, immerso nella natura, moltissimi gli uccelli, i conigli ed il panorama è stupendo!! Anche una volpe viene a farci visita. Sotto la pioggia facciamo una passeggiata lungo la costa dove abbiamo la possibilità di vedere un bosco semi distrutto dai castori (animali importati) e le loro dighe. Ci fermiamo a dormire, naturalmente soli!
 
11 novembre – Lapataia - Porvenir
La mattina ripassiamo da Ushuaia, percorriamo in senso inverso la strada fatta 2 giorni prima per raggiungere in tarda serata Porvenir. Sugli ultimi 120 km di sterrato non incontriamo proprio nessuno e ci apprestiamo sul molo per la notte, dove l’indomani partirà il traghetto, che riattraversando lo stretto di Magellano, ci porterà a Punta Arenas. Consiglio di prenotare il traghetto perché esiste solo una corsa giornaliera, altrimenti si rischia di dover aspettare un giorno.
 
12 novembre – Porvenir – Punta Arenas
Dopo una visita a Porvenir, nel pomeriggio traghettiamo: 3 ore di viaggio con il mare abbastanza mosso. Arriviamo verso le 17 ed approfittiamo per fare un giro per la città. Fatta qualche spesa, visto che Punta Arenas è quasi un porto franco, cerchiamo un ristorante per la cena: ottima scelta. La notte la trascorreremo sul piazzale del supermercato che si trova sulla dx all’ingresso della città; nonostante le informazioni richieste agli abitanti ed alla polizia non abbiamo trovato alcun campeggio, ma abbiamo comunque dormito tranquillamente.
 
 
13 novembre –  Punta Arenas - Puerto Natales
Partiamo per Puerto Natales dove arriviamo a mezzogiorno. Le informazioni utili ce le hanno date all’ufficio turistico e quindi partiamo per il Parco delle Torri del Paine. Il tragitto è tutto sterrato, il vento è fortissimo e la pioggia cade trasversale, tanto che entra acqua dai finestrini del camper che tamponiamo con stracci occasionali. I posti sono però molto belli: è un susseguirsi di laghi di un colore azzurro bellissimo fino alla fine del tragitto. All’imbocco della strada che porta al rifugio “Las Torres”, ai piedi delle Torri, siamo costretti a pernottare non potendo attraversare con il camper il ponte d’accesso al parco stesso. Vista la giornata, dubitiamo di potere l’indomani raggiungere le Torri.
 
14 novembre -  Puerto Natales – Las Torres
Ci svegliamo abbastanza presto visto che ci aspetta una lunga camminata. In lontananza le Torri si intravedono tra le nuvole. Prendiamo al volo il pulmino che fa da spola fino all’hosteria las Torres che ci eviterà 7 km di strada a piedi, per fortuna!! Raggiunto il rifugio ci incamminiamo sul sentiero che porta alle Torri. Il tempo sembra essere dalla nostra e continua a migliorare. A circa metà strada incontriamo il campeggio Torres, base per eventuali escursioni. Circa 3 sono le ore di cammino. Il  bel sentiero, salvo l’ultimo tratto che ci porterà alla base delle Torri, non presenta grosse pendenze.
Le Torri si presentano in tutta la loro bellezza con il laghetto ed i ghiacciai che le circondano. La giornata è diventata stupenda, il cielo è sereno ed i colori sono bellissimi. Auguro a tutti una giornata così! Foto di rito, pranzo al sacco ed a malincuore dopo un paio d’ore si riprende la strada del ritorno con sosta al rifugio intermedio.
 
15 novembre – Las Torres – El Calafate
Ci svegliamo ed il tempo è già cambiato, le cime in lontananza sono coperte. Decidiamo così di tornare indietro di qualche chilometro per visitare i laghi e le cascate che due giorni prima avevamo visto sotto la pioggia. Paesaggi stupendi e colori da favola in particolar modo la cascata Salto Grande nel lago Pehoè . Qui il vento è fortissimo e per scattare qualche foto si deve prestare molta attenzione. Imbocchiamo quindi la strada che ci porterà verso El Calafate. Pranziamo in un’area con vista sul lago Sarmiento per raggiungere in serata El Calafate al camping municipal dove approfittiamo per fare un po’ di bucato. Sul tardi ceniamo in un ristorante ed assistiamo poi ad una festa tipica argentina con musicisti e cavalli (doma).
 
16 novembre – El Calafate – Punta Bandera
Giornata di quasi riposo, passeggiata per le vie della cittadina, qualche spesa e nel pomeriggio tardi prenotiamo presso Eurotur (solo qui puoi pagare con la carta di credito) la navigazione “Los Glaciales” sui ghiacciai del lago Argentino che faremo l’indomani. Ci portiamo in serata a Punta Bandera da dove domani partirà il catamarano evitando così levatacce. Il bello del camper!!
 
17 novembre – Punta Bandera – Perito Moreno – Lago Roca
Siamo troppo furbi. Alle ore 8,30 già siamo primi all’imbarco, a noi non la fa nessuno, o quasi. Nel momento di salire ci fermano, solo noi. Abbiamo sbagliato molo! Alla fine fortunatamente ci imbarcano comunque. Anche se questa escursione rispetta i canoni delle gite organizzate non è da perdere. Visitiamo in ordine il ghiacciaio Upsala, lo Spegazzini, il più bello secondo noi, tra iceberg dai colori di tutte le tonalità dal blu all’azzurro ed infine il Perito Moreno. Anche oggi una giornata magnifica che ci permette di uscire all’aperto sul catamarano a scattare foto ed a respirare l’aria pura. I boschi che circondano i ghiacciai sono di un verde intenso e molto bello. Alle ore 17,00 si rientra dove ci aspetta Tarcisio con il camper. Partiamo subito per il camping Roca, sul lago omonimo, lungo una bellissima e panoramica strada sterrata di 60 Km tra pascoli di mucche, pecore ed un panorama mozzafiato. Anche il camping non è da meno, sicuramente come posizione è il più bello che abbiamo incontrato. Serata in relax con passeggiata sul lago, giochi di nuvole e tramonto da favola. I gestori, persone molto cordiali e disponibili, ci preparano la cena, quattro chiacchiere e via a letto, un po’ cotti anche per il sole preso.
 
Il saggio non pensa mai di essere arrivato...
Anonimo

18 novembre –Lago Roca - Cerro de los Cristales
 Infatti non siamo ancora arrivati. Decidiamo di salire al “Cerro de los Cristales”, una salita abbastanza impegnativa (1000 metri di dislivello) proprio alle spalle del rifugio. Giornata ancora magnifica e magnifico il panorama (sicuramente uno dei più belli); prendendo quota e guardandosi indietro uno alla volta una serie di laghi dai colori diversi uno dall’altro, il ghiacciaio Perito Moreno, tutta la catena montuosa che lo circonda, il lago Argentino in lontananza (4 volte il lago di Garda) e dalla cima anche le Torri del Paine. Discesa e riposo.
 
19 novembre – Escursione – El Calafate
Vogliamo approfittare del tempo che continua a mantenersi bello e, nonostante il freddo, salutato il campeggio che consiglio a tutti, torniamo a visitare ancora per l’ultima volta il Perito Moreno, raggiungendolo dal lato opposto rispetto alla gita in catamarano. Ammiriamo ancora il ghiacciaio camminando lunga la passerella. Pranziamo con vista sul ghiacciaio e quindi, verso sera, torniamo a El Calafate, ancora al campeggio municipale. Andiamo a cena al ristorante consigliatoci dal gestore del camping La Roca “Don Pichon Parrilla”, voto: ok.
 
20 novembre – El Calafate – El Chalten
Partenza per El Chalten, percorrendo la bella strada panoramica, nonostante un breve tratto di sterrato per dei lavori in corso. Sistemare le strade qui non è un problema: se devono lavorare tracciano una lunga pista sterrata parallela alla strada principale lunga anche svariati km. Non ci sono ponti, cavalcavia o altro da attraversare. Facciamo una piccola sosta all’estancia “La Leona” lungo il rio omonimo per un caffè, posto storico per gli esploratori e personaggi del secolo scorso. Alle pareti, infatti, sono esposti foto e documenti, dai vari alpinisti Maestri, Bonatti, che da qui partivano per le loro spedizioni, ai personaggi della storia come Butch Cassidy che qui trovavano rifugio.
Più avanti lasciamo il lago Viedma sulla sinistra e imbocchiamo la strada che ci porterà a El Chalten, prossima tappa del nostro viaggio. In lontananza vediamo le cime del Fitz Roy che ci accompagneranno per tutto il tratto di strada, un rettilineo lungo 80 km, naturalmente senza traffico. Raggiungiamo il paese nel pomeriggio. Costruito nel 1982 per presidiare la zona da parte del governo argentino. E’ molto carino, da ultimo avamposto prima delle montagne, anche se  fra qualche anno sarà diverso, essendo un cantiere aperto. Raccolte presso l’ufficio turistico all’ingresso del paese le informazioni riguardanti le possibili escursioni da fare, troviamo un campeggio carino vicino al fiume e ci fermiamo. Passeggiata alla cascata “Chorillo del Salto” e poi ci concediamo un poco di riposo.
 
21 novembre –  Escursione alla Laguna Torre
Abbiamo in programma almeno due giornate di camminate. Su consiglio della guardia del parco e viste le previsioni del tempo dei giorni a venire che volgono al brutto, decidiamo la prima giornata di affrontare l’escursione verso “Laguna Torre” da dove si potrebbe ammirare il Cerro Torre. La giornata è discreta, il sentiero è lungo, bellissimo e senza pendenze arriviamo alla meta. La cima non si vede, sempre coperta dalle nuvole, ma arriviamo comunque al laghetto ai piedi delle sue pareti, mentre il vento fortissimo la fa da padrone e fa freddo. Rientriamo nel pomeriggio sotto una leggera pioggia. Comunque una bella camminata.
 
22 novembre – Escursione alla laguna del Los Tres
Seconda escursione alla “Laguna de Los Tres”, ai piedi del Fitz Roy. Tempo così, così ma c’è una buona visibilità. Altra bella camminata, a mio parere molto più panoramica della prima e nel tratto finale anche maggiormente impegnativa. Vale la pena di arrivare in cima. un lago ghiacciato in alto ed, un po’ più sotto, il bellissimo laghetto Sucia di un blu intenso. Il Fitz Roy lo vedremo in foto, pazienza. In alto molto freddo e molto vento, in basso solo vento.
 
23 novembre – El Chalten - Bajo Caracoles
Le previsioni erano esatte. Ci svegliamo sotto la pioggia. Decidiamo, visto che siamo anche piuttosto stanchi, di riprendere il viaggio. La pioggia attenua la non voglia di ripartire da posti come questi anche se speriamo che sia solo un arrivederci. Il contachilometri segna in questo momento 6000 km percorsi. A maggioranza, prima e ultima volta che mettiamo ai voti, decidiamo sulla via del ritorno di imboccare la mitica ruta 40, tutta sterrata, che alcuni ci avevano sconsigliata. In questo tratto sicuramente la velocità sarà molto ridotta e l’attenzione raddoppiata. Decidiamo che ogni ora, a turno, ci sarà il cambio di guida. Questa regola la manterremo fino alla fine del viaggio.
Incontriamo motociclisti, ciclisti, che ancora non sappiamo come facessero a rimanere in piedi, veramente da ammirare. Polvere, vento, sterrato, sempre e dovunque. In serata raggiungiamo il paesino di Bajo Caracoles. Siamo quasi in riserva e l’indomani abbiamo in programma la visita al sito “Cueva de las manos” . Per fortuna troviamo il distributore: FINITO IL GASOLIO!!. Fino a mercoledì, oggi è domenica, non arriverà. Intanto decidiamo di prendere posto nel campeggio, piazzale dietro casa con il posto per massimo due mezzi. Dopo aver parlato con il gestore, consumato anche la cena presso il suo locale, esponiamo il nostro problema e tre ore dopo, mentre stiamo giocando a carte in camper, viene a bussarci per comunicarci che il gasolio si può trovare, naturalmente ad un prezzo diverso. Con due euro in più a testa l’abbiamo spuntata ed è stato molto meglio che andare al cinema!
 
Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo
Lao Tzu
 
 
24 novembre – Escursione Cueva de las Manos - Telken
Salutato il gestore del campeggio, partiamo in direzione del sito patrimonio dell’umanità “Cueva de las Manos”, famosa per le incisioni rupestri che rappresentano principalmente delle mani a cui deve il suo nome. Esse appartenevano al popolo indigeno di questa regione vissuto fra i 9.300 e i 13.000 anni fa. Le immagini delle mani sono spesso in negativo, ed oltre a queste, ci sono scene di caccia rappresentanti esseri umani ed animali. Entusiasmante ammirare questo canyon che ci dicono lungo 150 km, ben alberato e percorso da un rio. Anche qui per arrivarci la strada è tutta sterrata per 120 km, andata e ritorno. Nel pomeriggio ripartiamo sulla ruta 40 e questo si rivela sicuramente il tratto più brutto di sterrato incontrato per raggiungere in serata l’estancia Telken, consigliataci dalla guida e dove ci fermiamo a dormire ed a mangiare: tutto a base di carne sulla brace, l’asado. Trascorriamo una serata piacevole in compagnia dei gauchos e dei gestori del posto.
 
25 novembre – Tunkel – Governador Costa
 La mattina si parte con sosta nella cittadina di Perito Moreno (qui i nomi delle località si ripetono spesso) e fatta la spesa ci rimettiamo ancora in viaggio per raggiungere prima il paese di Rio Mayo ed in serata Governador Costa, un paese molto spartano come il precedente ed in cui sostiamo, unici ospiti, nel campeggio del paese.
 
26 novembre – Governador Costa – Parque Nacional los Alerces
 Partiamo per Esquel che raggiungiamo in mattinata. Qui il paesaggio cambia completamente, dai pascoli di pecore e mucche a paesaggi montani. Inizia quel pezzo di Argentina che gli argentini considerano un po’ come la loro Svizzera. La località è turistica, fornita d’impianti di sci, ecc. Facciamo sosta con visita alla vecchia stazione ferroviaria ed al treno, oggi lì solo per i turisti mentre fino a qualche anno fa era ancora in uso, rappresentando uno dei rari tratti ferroviari argentini.
Continuiamo poi per il lago Futalaufquen, ed ormai siamo nel “Parque Nacional los Alerces”. La sera sostiamo nel bellissimo camping “baia Rosales” lungo le sponde del lago. Anche  qui siamo gli unici ospiti; la serata è troppo rilassante e per stancarci un po,’ partita di calcio 2-2: tutti scoppiati!
 
27 novembre – Caracol – El Bolson
Mattino camminata a Caracol, parco vicino al fiume, regno dei pescatori a mosca. Ancora laghi, bei fiumi. Si riprende poi per Cholila, paese in cui Butch Cassidy si fermò parecchi anni prima di riprendere a fare rapine. Posti molto belli, verdi e ricchi d’acqua, niente male. In serata El Bolson paese accogliente e tollerante dove sostiamo in campeggio.
 
Sulla via del ritorno
 
28 novembre – El Bolson – Bariloche
 Ormai abbiamo deciso: lunedì sera (1 dicembre) saremo di ritorno a Buenos Aires. Avremo a disposizione ancora un paio di giorni per visitare la città visto che il giovedì saremo impegnati per la restituzione del camper. Questa parte dell’Argentina è bella ma non mi entusiasma, mi sembra un dejà vu. Visitiamo il mercatino che occupa la piazza tre volte alla settimana e dove negli anni ‘60-‘70 misero radici e furono ben tollerati gli ultimi hippie; infatti i banchetti del mercato sono ancora oggi quasi interamente gestiti da loro.
Nel pomeriggio visitiamo un paio di cascate nei dintorni di El Bolson e puntiamo su Bariloche. Piove abbastanza e viaggiamo su una strada di montagna che costeggia alcuni laghi. Gli ultimi km sono molto piacevoli e profumati: la strada, su entrambi i lati, è una fioritura ininterrotta di ginestre. La città non si presenta però molto bene ed ad accoglierci una discarica a cielo aperto e numerose sono le baraccopoli. Facciamo un giro in centro sempre sotto la pioggia e la sera decidiamo di proseguire. Ci fermiamo a pernottare fuori Bariloche presso un distributore (il panorama in questa zona deve essere molto bello ma il tempo non ci ha favorito).
 
29 novembre – Bariloche - Neuquen
Visto il persistere del brutto tempo decidiamo di saltare San Martin ed imbocchiamo direttamente la strada per Neuquen. Sostiamo in un paesino a mangiare dove conosciamo un simpatico meccanico di origine polacca che ci da una regolata alla porta ed allo specchietto del camper, danneggiati da un colpo di vento di alcuni giorni fa. Vuole la foto scattata con tutti noi e gliela invierò all’indirizzo del figlio non appena tornati in Italia. Anche lui, come altri a cui abbiamo chiesto aiuto durante il viaggio, non vuole essere pagato. Così…una bottiglia di vino e via. Ripartiamo per Neuquen e prima della città ci fermiamo e pernottiamo al camping “La laguna”. Partita a calcio e basket, non c’è storia!
 
30 novembre – Neuquen - Bahia Blanca
Al mattino passiamo ancora per Bahia Blanca, ci fermiamo a mangiare in un piccolissimo paesino lungo la strada. Fa caldo ed il vento si è calmato. Il proprietario dell’unico negozio aperto ci propone addirittura l’acquisto del suo negozio, della casa e del terreno fino al fiume. Anche se ci vede non interessati, ci mostra tutti i documenti in suo possesso. Probabilmente aveva voglia di parlare con qualcuno e va bene così. Proseguiamo il viaggio, pernottiamo vicino Bahia Blanca, si cena fuori e tutti a letto.
 
30 novembre – Bahia Blanca - Azul
Su proposta di Tarcisio usciamo dal percorso principale e risaliamo per la Sierra de la Ventana, scelta azzeccata! Bellissimi pascoli e panorama. Ci fermiamo a Villa Ventana, paesino carino a 420 s.l.m. dove approfittiamo per farci un paio d’ore di cavalcata, un’esperienza che volevamo provare. Nel pomeriggio ripartiamo per Azul lungo un tratto di strada ancora molto bello; qui la campagna è più rigogliosa. Arrivati in serata, presso il campeggio comunale, ci facciamo una passeggiata lungo il fiume. Essendo domenica è il posto di ritrovo dei giovani: c’è la pista di atletica, la gente passeggia, bivacca ed alcuni bambini fanno anche il bagno. Sfidiamo un gruppo di argentini ad una partita di beach volley, persa per colpa di T……o.
 
1 dicembre –  Azul – Buenos Aires
Partiamo per Saladillo, ultimo giorno di viaggio. Guido per l’ultima mia ora, rilassante. Non abbiamo ancora finito il viaggio e già sento che mi mancheranno questi lunghi rettilinei tra pascoli, filo spinato, mucche, cavalli e pecore, i cieli azzurri e le nuvole. Arriviamo in serata a Buenos Aires,  troviamo posto nel parcheggio a pagamento nelle vicinanze………. ……………………. dove si può lasciare il mezzo per 24 ore. Facciamo un giro in centro, arriviamo in Plaza de Mayo con il buio ed è un bel colpo d’occhio anche quello sulla casa Rosada. L’impressione è quella di una città moderna. Per le strade di Buenos Aires si fanno incontri di vario genere; dai ballerini di tango fermi sugli incroci della vasta isola pedonale, ai vari artisti di strada, ai venditori ambulanti. Infine ceniamo e sulla via del ritorno verso il camper ecco l’altra faccia della città: la gente rovista nei sacchi della spazzatura, altri uomini dormono lungo i marciapiedi, altri ancora e non pochi chiedono l’elemosina.
 
2 dicembre – Buenos Aires
Scarpinata lungo il molo del vecchio porto dove le vecchie costruzioni sono ormai tutte trasformate in ristoranti ed uffici. Lungo il tragitto visitiamo anche la nave scuola “Sarmiento”. Raggiungiamo sempre a piedi il quartiere Boca che dicono poco raccomandabile la sera e che rappresenta il primo insediamento degli emigranti italiani in Argentina. Si procede ancora fino a “Caminito” parte del quartiere ormai trasformata in attrazione per turisti e dove artisti da strada, pittori, ballerini, banchetti e negozi ravvivano l’atmosfera. Raggiungiamo in autobus San Telmo, altro quartiere, e nel pomeriggio, dopo aver pranzato, raggiungiamo il centro di Buenos Aires per visitarlo alla luce del sole. Serata in città, qualche spesa e ritorno al camper.
 
3 dicembre – Buenos Aires - Tigre
Ci portiamo nella città di Tigre, 30 km da Buenos Aires, che sorge sul delta del Paranà. Facciamo un’escursione verso alcune delle numerose isole del delta, su battelli che fungono anche da mezzo di trasporto per i residenti. Molte isole dispongono di ristoranti e mostrano la più ampia varietà di abitazioni, da umili baracche ad eleganti ville, site lungo i numerosi canali che attraversano la regione come in un labirinto. In serata troviamo un campeggio proprio su uno di questi canali ed è qui che trascorriamo la nostra ultima sera in Argentina.
 
4 dicembre – Tigre – Buenos Aires
Preparati i bagagli e dopo aver riconsegnato il camper veniamo accompagnati all’aeroporto di Buenos Aires. Purtroppo è finita.
 
Conclusioni
 
Il diario è più che altro un semplice susseguirsi cronologico degli eventi e dei luoghi visitati che potrebbe essere utile per chi interessato a scoprire questi luoghi. Le forti emozioni, i grandi silenzi, l’immensità degli spazi, i panorami incantevoli a volte ce li siamo goduti da soli, in riva all’oceano come sui sentieri nei parchi o in riva ai bellissimi laghi.
Il nostro è stato un viaggio vissuto su e giù dal camper che ci ha permesso di vedere posti bellissimi e di vivere intensi incontri con la gente locale. Sicuramente ne avremo persi d’altrettanto belli, ma questo è stato il nostro viaggio. Infatti non voglio stilare una classifica dei luoghi che ho maggiormente apprezzato e di quelli che sconsiglio di visitare: la cosa è molto soggettiva e molti sono i diversi fattori che lo possono rendere unico.
Siamo stati fortunati con il tempo, solo tre o quattro i giorni di pioggia, e quasi sempre mentre eravamo in viaggio. Il periodo scelto sicuramente è stato azzeccato, perchè ideale per viaggiare visto il clima “primaverile”. Un paio di sere abbiamo dovuto accendere il riscaldamento, ma non abbiamo mai patito il freddo.
In questo periodo, non di ferie, ci sono pochi turisti e non ci è mai capitato di fare code alle dogane od in altre occasioni.
35 giorni ci hanno permesso di prendere le cose con più tranquillità. Le risate, le discussioni, gli scherzi, le avventure e le disavventure li scriveremo su un diario a parte, per noi. Ringrazio ancora i miei compagni di viaggio, Beppe (il nostro cuoco), Giangi (il più grande navigatore di bordo ad occhi chiusi) e Tarcisio (guida ed interprete), tutti gli argentini che abbiamo incontrato, sempre gentili e disponibili ed il camper che non ci ha mai lasciato a piedi . Buona Patagonia a tutti, Santo.
 
Alcune annotazioni per i camperisti:
 
*       I distributori sono rari ed in genere vicino alle città od in prossimità di qualche grossa deviazione. A volte tra un distributore e l’altro anche 150 km. Conviene appena possibile fare sempre il pieno perché potrebbe capitare (come del resto è capitato a noi) di trovarne uno dove il gasolio è esaurito.
*       Lo scarico del camper in Argentina si effettua sul ciglio delle strade (lo spazio non manca)
*       Il rifornimento dell’acqua è possibile presso i campeggi od i distributori
*       Tenere sempre anche dell’olio motore di scorta
*       Eventualmente anche una tanica di gasolio (noi non l’avevamo)
*       Una bella cartina stradale (fornita dal noleggiatore)
*       Al minimo dubbio chiedete informazioni, qui sbagliare strada significa magari doversi fare 200 km in più
*       Possibile dormire spesso nei piazzali dei distributori (grandi parcheggi) a volte forniti anche di docce
*       Non ci siamo mai sentiti in pericolo durante la notte, anche quelle passate in posti isolati
 
Alcuni dati e informazioni:
 
*       Percorsi 9000 km di cui 1400 Km di sterrato
*       Cellulari: funzionano solo il tri-band in alcune zone molto limitate od il satellitare (noi non ne avevamo nessuno)
*       Ricordarsi, quando si programmano gite organizzate, di informarsi prima dove prenotare perché può succedere che avvenga lontano dal punto di partenza (una buona guida aiuta sicuramente).
*       Se qualcuno ha bisogno di ulteriori informazioni può contattarci
*       Tutti i paesi che si incontrano hanno un “locutorio” (posto telefonico pubblico)
*       Il camper, un mansardato di 6 metri Mercedes benz Sprinter modello large (lo vedi sul sito), l’abbiamo noleggiato presso www.andeanroads.com Cristian Tarlasco: persone molto disponibili e professionali.
*       Spese indicative sostenute: aereo 1050 € a persona (prenotato a giugno), noleggio camper 3700€  per 35 giorni (+ altri 300 € circa alla fine del viaggio per sostituzione parabrezza e leggero danno alla portiera dovuto al vento), tutto il resto 1200 € cadauno.
*       Per eventuali altre informazioni: [email protected][email protected][email protected]

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