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Slovenia

Impressioni e qualche suggerimento per un breve viaggio in Slovenia

Pubblicato da locardellino il 04/01/10


Periodo viaggio 06/09/07 il 10/09/07

Slovenia
 6-10 settembre 2007

Partiamo da Aosta lunedì 3 settembre 2007; evito qui di descrivere le tappe in Italia (fra cui il bel viaggio sul Brenta da Padova a Venezia), che semmai inserirò in un diario di giri nel lombardo-veneto; ma ritengo utile narrare i problemi avuti per ricaricare il bombolone del GPL di servizio, indispensabile per il frigo, la cucina e il riscaldamento. Al distributore della bretella Ivrea-Santià la pompa del GPL è guasta; sulla Torino-Milano, sempre disastrata, troviamo una pompa alla Total, ma l’addetto, molto gentile, ci dice che per legge non possono dare gas per alimentare le cucine dei camper, né sa dirmi dove possiamo procurarcene; ci fa vedere la legge del febbraio ’06 che lo vieta e commina pene severe, senza spiegare il motivo del divieto. Dice che forse altre società sono meno rigide della Total. Infatti dopo vari tentativi riusciamo a farlo caricare. Per legge è vietato il self-service perché è pericoloso, ma l’addetto se ne va lasciando la pompa in funzione; mi era stato raccomandato di non far mai riempire oltre i ¾ il bombolone; riesco a far arrivare l’addetto e far interrompere l’erogazione quando era già andato un po’ oltre tale limite. Forse sarebbe meglio imporre maggior prudenza e un controllo continuo mentre si carica il GPL anziché vietarne la vendita, con evidenti gravi disagi per i camperisti…


Giovedì 6 settembre 2007, partenza da Padova per Bled (Slovenia) attraverso la valle dell’Isonzo.

Al parcheggio c’è un padovano che si lamenta per gli zingari, che sporcano e rovinano e rompono e rubano; io cerco di difenderli un po’, sia pure con scarsa convinzione perché purtroppo è abbastanza vero… Dice che fanno i loro bisogni nel parco anziché servirsi dei bagni… Ci ripenso poco dopo, quando, lungo la bella valle dell’Isonzo, ci fermiamo per mangiare in una piccola area di sosta dove c’è già una roulotte di olandesi. Quando noi parcheggiamo e scendiamo dal camper loro (una coppia anziana) oltrepassano il guardrail e scendono al fiume, senza salutare… io dopo pochi passi torno al camper e… semino puzza e ghiaia e mi accorgo che ho riempito di cacca il tappetino; torno giù, la suola di un mio sandalo è stracarica di cacca, non capisco dove e come posso averla presa, non ne avevo viste e ancora non ne vedo… Cerco di pulire… intanto gli olandesi tornano e ripartono… Noi dobbiamo buttare il tappetino sporco e puzzolente, io perdo un mucchio di tempo per pulire il sandalo, mentre cerchiamo di capire come posso essermi inzaccherato così. Troviamo una sola soluzione, dato che nella piccola roulotte olandese non c’è il gabinetto: uno dei due stava facendola quando noi siamo arrivati, probabilmente hanno coperto con la ghiaia e si sono allontanati verso il fiume… Così io non ho visto ed ho caricato il loro scarico e la ghiaia che lo nascondeva, lasciando il terreno pulito… mentre loro continuavano a scaricare lungo il sentiero che conduce al fiume, come abbiamo verificato subito dopo: nel mezzo del sentiero, carte e cacca fresca e puzzolente proprio come il mio sandalo. Altro che zingari.

Devo dire che la prima volta che sono entrato in Olanda la prima immagine che ne ho avuto e il primo olandese che ho visto era uno che aveva fermato l’auto e faceva pipì sul bordo della strada. Ma pensavo che si limitassero a fare pipì… Tanto più che qui molti parcheggi hanno il wc. Dopo di allora quando vedo olandesi faccio ben attenzione a dove metto i piedi, e se possibile cerco di parcheggiare altrove… so che è una forma di generalizzazione razzista, che passerà appena avrò dimenticato l’increscioso episodio; ma l’ho raccontato proprio perché la reazione di rifiuto generalizzato è molto comune: basta uno o pochi camperisti che si comportino in modo scorretto per rendere la popolazione ostile a tutti i camperisti; e purtroppo ce ne sono che, per esempio, scaricano i liquami andando, cosa da evitare sempre, anche se si tratta di acque chiare o se la strada è già piena di escrementi di animali…

Prima breve sosta a Kanal, dove attraversiamo l’Isonzo e parcheggiamo a sinistra dopo il ponte per qualche foto; molte marmitte dei giganti; dal ponte c’è un trampolino da cui è scritto che è vietato buttarsi; un “vigile” volontario (ne abbiamo visti molti lungo la strada a controllare il traffico, forse soprattutto nelle ore di uscita da scuola) mi spiega, in inglese (che qui parlano tutti), che ci si tuffa e ci sono campionati di tuffo, ma non ora perché c’è poca acqua ed è pericoloso.

La sosta successiva era per pranzo ma ci fermiamo malauguratamente vicino agli olandesi; scendiamo al fiume, che resta bello nonostante loro. Tappa successiva a Volce, dove su una casa, probabilmente la cantoniera italiana, è ancora scritto, coperto da calce, “SS n° 55 dell’Isonzo, Km 59.800”. Ne approfitto per fotografare anche altri aspetti del paesaggio, fra cui le incastellature per far seccare il fieno (che dapprima credevo fossero per le pannocchie di mais come si usa da noi), e le montagne intorno. Dopo Tolmin tante casette graziose, alcune così piccole da sembrare depositi di attrezzi, altre più grandi, con accanto un orto e una casetta più piccola. Poi Kobarid (Caporetto) di cui notiamo subito il monumento; attorno i primi monti innevati di fresco.

Essendo nuvolo preferiamo ripassare in Italia da Tarvisio anziché fare il colle Vrsic, che sembra bello ma difficile, e senza senso fra le nuvole. Ci fermiamo dopo il lago Predil, sulle rive del fiume (“rio del lago”?) dalle pietre di un bel rosso. Prima della frontiera di ritorno in Slovenia (Fusine?) monti innevati e paesaggi e casette simili a quelle slovene.

Bello il camping Bled, trovato facilmente, caruccio ma credo a buon mercato rispetto ai nostri (45,92€ per due notti; sconto per la carta campeggi e perché seniors). Poiché ci fermeremo solo una o due notti ci mettiamo vicino all’entrata, dove forse il terreno è più zuppo di pioggia, e perdiamo un po’ di tempo a cercare un posto vicino alla corrente (3€ a notte) e non troppo zuppo.

 

 

Partiamo a piedi per le gole di Vintgar; merita non solo la gola ma anche la passeggiata, fra bei paesaggi collinari sparsi di casette e con viste sul lago, sui monti lontani e fra villaggi molto graziosi, oggi ornati da un cielo sparso di belle nuvole. Utilissima e precisa la cartina datami alla reception del camping, con l’indicazione del percorso, da via Kolodvorska, che passa davanti alla stazione e lungo la ferrovia, poi, più trafficata, via Reciska, fino al passaggio della ferrovia, oltre la quale uno sterrato per i prati conduce a Podhom, segnalato all’inizio della stradina, dove è indicato bene Vintgar e non ci si perde.

La gola è bella, e soprattutto è molto ben sistemata per la visita su un sentiero che si integra bene nel paesaggio. La valle è attraversata da un ponte che non disturba, ma sotto di quello c’è una diga bruttina, unico elemento innaturale a apparentemente inutile. Si vedono alcune marmitte dei giganti (una enorme ma meno regolare). Alla fine c’è un’altra entrata con biglietteria e bar; una scala e un ponticello consentono di arrivare a un punto da cui fotografare la cascatella finale Šum, segnalata come la più alta cascata slovena, alta ben 16 metri, ma in realtà la cosa meno interessante di tutta la passeggiata.


Sabato 8, partiamo alle 10 per Ljubiana, via autostrada; usciamo all’uscita per Lj-Crnuce, Lj-Jezica (come suggerito in un diario in internet, ma credo che l’uscita loro fosse più avanti, perché riportava altri due nome oltre a questi e poi il resto della strada è diverso); la nostra è una strada periferica che ci fa rientrare in città quasi davanti al camping Ljubiana, sulla sinistra. Molto comodo: l’autobus 6 passa ogni dieci minuti proprio davanti al camping e ci porta rapidamente in centro per un euro o meglio per un ticket da 0,80, che un tedesco gentile ci ha venduto salendo con noi sull’autobus. Il camping 17,21€.

La città non è eccezionale, direi che è la più modesta capitale di nazione europea, ma è vivibile e la si gira piacevolmente. Chi ha fretta può saltarla, chi ha tempo può rilassarsi passeggiando per le vie centrali e fino al castello, a sua volta per nulla eccezionale ma con una piacevole vista dalla torre sulla città.

Il 6 ci ha portato per tutta la centrale diritta Dunajska cesta fino al centro; scendiamo vicino al Park Zvezda che costeggiamo fino ad un ponte di legno pieno di gente, ornato di fiori e posto fra due rive piene di bancarelle: piacevole, ma chiaramente molto turistico. Da lì vediamo due dei tre ponti, celebri ma non bellissimi, poi visti meglio dalla Presernov Trg, la principale bella piazza su cui si affacciano bei palazzi e da cui si dipartono belle vie. Passiamo il ponte e andiamo in Mestni Trg, che vuol dire piazza, ma a me pare una via; l’interno del municipio (Magistrat) ha dei bei cortili; un altro bel cortile poco più in là. Oltre, la Stari Trg, altra via-piazza, continuazione della precedente; le percorriamo più volte avanti e indietro, prima perché sembra che siano la cosa più bella di Ljubiana, poi per cercare un ristorante tipico: ci consigliano il Sokol, già suggerito dal Lonely Planet, che peraltro non mi piace, perché è di gusto troppo americano e spesso sembra più pagato di altri nei suoi giudizi, anche se nega di esserlo. Il Sokol è pieno di turisti e solo di turisti; ma alcuni abitanti ci spiegano che loro vanno fuori città se vogliono mangiare cose tipiche slovene, ma che in città l’unico tipico è Sokol. Ci andiamo e ne restiamo soddisfatti; dei turisti italiani ci consigliano la zuppa di porcini o di cipolle, servite in una ciotola fatta di pane che i locali mangiano completamente, i turisti lasciano e noi mangiamo solo in piccola parte, per provarla ma per lasciare spazio al piatto seguente, un misto di carni e contorni, tutti molto buoni, che dividiamo in due; infine un dolce, ottimo ma di cui non ricordo il nome.

Con la pancia piena saliamo al castello, con viste (a pagamento, comprensivo di museo virtuale tridimensionale con occhiali; ma se ricordo bene gratis per noi vecchietti, dato che sul biglietto non è segnato il prezzo) dall’alto della torre. Al ritorno, in bell’ordine le bancarelle del mercato ormai finito, la chiesa, con ai lati della porta d’ingresso i santi Bonaventura e Tommaso e all’interno il pulpito ed il coro. Il cielo al tramonto e alcuni palazzi accanto a Presernov Trg.


Domenica 9 partiamo facilmente in direzione di Postumia (Postojna), dove nonostante la domenica entriamo per le 10.30 (36€ in due), ma poi dovremo aspettare una ventina di minuti il treno di ritorno, forse perché nel frattempo è arrivato Prodi, a quanto ci hanno detto compiaciuti alla cassa. Molto belle, ma molto, troppo, turistiche. Dopo il castello di Predjama, solo visto da fuori (merita andare a vederlo, ma pare che non meriti una visita interna) partiamo subito per Lipica, perché ho verificato che c’è lo spettacolo (dressage) alle 15 di domenica. C’è e merita (32€ in due).

Poi le grotte di Škocjan (7,50€ a testa), patrimonio mondiale Unesco, molto più affascinante, più naturale e meno turistico di Postumia. Tre musei compresi nel prezzo, raggiungibili con una bella passeggiata nei prati circostanti.

Bellissima giornata con un finale piuttosto deludente: incerti su dove andare a dormire, poiché al parcheggio delle grotte è vietato, abbiamo provato un autocamp segnalato dalla guida dei campeggi sloveni, a Kozina, dove comunque dovevamo andare; ma è decisamente squallido, anzi inesistente (per 13,40€): poche piazzole lungo la strada, senza custode né chiusura, annesse a un motel dove fatico a trovare qualcuno del personale, che poi mi spiega che il camping è diviso in due parti, separate da una siepe, e che se voglio acqua e toilettes devo entrare in autostrada e fare un lungo giro per arrivare dall’altra parte della siepe… dove peraltro ci sono solo due patetiche tendine. Intanto il tempo passa e non sappiamo dove andare; le piazzole sono in forte discesa e proviamo a metterci nel parcheggio del motel, dove siamo meno inclinati e meno isolati, ma anche senza corrente perché non arrivo alla presa neppure con la mia prolunga. Denaro buttato, posto da sconsigliare, ma almeno si dorme senza problemi.


Lunedì 10 partiamo per Hrastovlje, per una strada gradevole, varia, con alcune deviazioni, a volte stretta e con molte curve. Il villaggio è piccolo, tranquillo e rasserenante, dominato dalla chiesetta fortificata. Troviamo già un camper parcheggiato, ai piedi della chiesetta, in un piccolo parcheggio tranquillo dove avremmo dovuto venire ieri al posto di finire in quel motel di Kozina. C’è anche un agriturismo, non sempre aperto, i cui proprietari hanno un camper. Ci dicono che a volte ci sono camper che passano una notte e nessuno dice nulla. Buono a sapersi per la prossima volta o per consigliarlo ad altri, dato che la visita merita senz’altro la deviazione: la cappella è stata completamente affrescata nel XVI sec e ben conservata; c’è chi la considera un capolavoro assoluto, in particolare la celebre “danza della morte”; in realtà questa più che danza è una processione e a me non pare eccezionale (neppure da paragonare con quella di Palermo, per esempio), ma il tutto vale una visita. C’è un gruppo di romani che ne sta facendo una riproduzione tridimensionale con tecniche nuove e sofisticate, con un laser (triplice, per raccogliere i tre colori fondamentali, evitando così ogni disturbo dovuto alla luce esterna). La custode, molto gentile, ci spiega i vari affreschi.

Torniamo per andare a Piran, ma ce ne cacciano da ogni parte, non vi sono ammessi camper (ce ne sono alcuni, nei parcheggi riservati alle auto, mentre a parte c’è il segnale per camper ma dove arriviamo un ragazzo ci dice che non possiamo e non capiamo perché; dice di passare dall’altra entrata della città, ma quando stiamo per imboccarla ne esce un camper francese che ci dice che anche lì non si può. Un camperista ci aveva detto di essersi fermato in un altro paese da cui aveva preso l’autobus, e forse è il modo più tranquillo per arrivarci. Ma noi rinunciamo ed entriamo in Croazia,  tra saline molto vaste ma non particolarmente belle.

 


Venerdì 7 settembre 2007, al mattino, come ieri sera, 9 gradi, e dentro poco di più; i monti attorno al lago sono tutti innevati; nitida l’isola con la sua chiesetta, e il castello in posizione spettacolare sullo strapiombo e sullo sfondo di altri monti innevati di fresco.

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